Le 500 e una notte

E mentre il mondo gira, la nostra famiglia cambia. Non solo anagraficamente, ma soprattutto nel modo in cui affronta le sfide di ogni giorno. Succede per le piccole e per le grandi cose, e per quel genere di cose che non sembra, ma ti rivoluzionano la vita. Oggi vi racconto come si sono trasformate le nostre prime 500 notti insieme a Peter.

Mentre per altri cambiamenti è più difficile trovare un momento esatto di rottura tra uno stato e l’altro, per il “dormire insieme” ho ancora viva in mente la notte in cui si è passati, per esempio, dallo stare abbracciati marito e moglie all’avere un delicatissimo orsacchiotto in mezzo all’abbraccio. Non fraintendetemi, anche questo shock è comunque una bomba d’amore 🙂

Vi voglio quindi riepilogare le nostre prime 5 fasi:

  1. Bob Jamaicano
    In principio, quando ancora era lontana l’ipotesi di genitorialità, si viveva in pace e armonia. La posizione, di sonno si parla, era quella del bob giamaicano: entrambi guardando lo stesso lato della stanza, avvinghiati come se si stesse scendendo da una pista di bob ai 200 km orari. Con la variante caraibica che prevede addormentarsi con il sorriso, in un mood sereno e passionale.
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  2. Next to me
    Dalla nascita del piccolo Peter molte cose sono cambiate. Nonostante la nostra volontà fosse quella di stare il più vicini possibile a nostro figlio, complice anche qualche lettura di troppo e fobia di soffocamento, abbiamo vissuto questi mesi facendo dormire Pietro in un piccolo lettino agganciato al nostro. Il brandizzato Next-to-me. Un modo comodo per rimanere tutti uniti e per gestire la maggior parte delle necessità direttamente dal letto.
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  3. La gabbia
    Ogni famiglia è un universo unico. Per noi l’esperienza del lettino in un’altra stanza non ha funzionato. L’abbiamo provata e non è sembrata adatta a nessuno dei tre, Peter in primis. Suppongo che piangere a notte fonda per il latte sia un comportamento normale per un bambino. Eppure quelle manciate di secondi di lacrime intense da solo nel buio non ci lasciavano in pace. Ma perchè non ce l prendiamo nel lettone con noi?
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  4. Hamburger
    La voglia di prenderlo in mezzo a noi e di coccolarlo tutta la notte era tanta, e così è stato. Inoltre, la comodità di averlo al nostro fianco ci permetteva di dormire più serenamente. Niente più pianti disperati nel mezzo della notte. Un piccolo gemito e il bibeorn era nelle sue mani. E poi la mattina i risvegli più belli di sempre. Unico incomodo, Peter di notte scalcia e ti spinge ai limiti del bordo del letto. Un buon esercizio di equilibrismo e auto-controllo.
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  5. Il ritorno alla normalità
    Qualche giorno fa, dopo oltre 500 notti, abbiamo deciso tutti insieme di riposizionare il team all’interno della stanza. Peter da un lato, in un lettino a tre sponde agganciato al matrimoniale. Io e mia moglie finalmente di nuovo abbracciati al centro. Temevamo di far soffrire il nostro piccolo, invece ci siamo accorti che si diverte un sacco ed è libero di girare come una trottola. Si addormenta in un verso e si risveglia in quello opposto. Appena chiede il latte o una coccola noi siamo a pochi centimetri. Ogni mattina ci sveglia con un tuffo e tanti baci o morsi, a seconda del meteo. Io e mia moglie siamo tornati alla posizione Bob Giamaicano.

E voi? Come dormite? Come avete cambiato le vostre abitudini?

Mezzo sogno di una notte di pieno inverno

sogno-spezzato-peter

Vi descrivo la scena:
Eravamo io, Valentino Rossi su un cavallo bianco, molto simile a quello di Gandalf, e una terza figura femminile senza volto, della quale però avevo certezza di conoscere l’identità. A volte dicono essere un incrocio tra la propria madre e la propria moglie, un mostro mitologico alquanto pericoloso.
Il mood era yeah, percepivo questa carica positiva in tutti i membri dell’allegra compagnia, che ricambiavano l’intesa con cenni maliziosi tipo ammicco – ammicco di Homer.
In lontananza, prati verdastri di metà marzo, colline brulle s’inasprivano salendo verso pendii rocciosi, per divenire infine vette imbiancate.
Mi hanno sempre emozionato i paesaggi ibridi come la mia Toyota.
Tutto era in divenire, stava per succedere qualcosa di incredibile, straordinario, quando, bruscamente, un urlo squarciò il cielo, la terra e tutti i colori.

— ” Uèé ”
A metà tra il più famoso dittongo partenopeo ed il bambinese di periferia, Peter sveglia prima sé stesso, poi chiunque gli sia intorno ad un raggio di 50 metri. E sono le 4 di notte o mattino, a seconda di come vedete il bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto.

Pochi istanti, la realtà si accende, i colori si spengono e tutto diventa buio.
Gli amici, i paesaggi, le avventure svaniscono. Se la svigna anche Valentino in sella al suo puledro, mannaggia.
Ora, nel mondo reale, bisogna colmare il biberon, calmare Peter e tornare a dormire il prima possibile. 

Il mattino seguente rimane ben poco di questi traghettamenti tra mondo onirico e reale alla Matrix.
Qualcosa però si è sedimentato nella memoria, forse per lo shock, la sveglia o il freddo extra – piumone. Ha la consistenza di una panna mal montata, una Sprite sgasata, ed è il ricordo del mio mezzo sogno di una notte di pieno inverno.

Di nottate così, durante la prima settimana, ne abbiamo fatte a bizzeffe, 7 su 7, e ve le racconto qui. A naso mi pare di intuire che ci attendono un paio di anni sul generis e una dozzina di chili di sogni spezzati.
Saranno buoni per farci dei trailer.

Cosa resta dei sogni spezzati

Quanti sogni dal triste destino avrò fatto, interrotti sul più bello?
Valentino era presente in tutti come special guest?
Ma soprattutto, farà male alla mia salute mentale, già abbondantemente provata?
Chissà, la miglior medicina è il tempo. Qualcuno intanto ha scientificamente indagato al posto mio. Leggi qui che tragedia.

Ancora un dubbio mi è rimasto: e se questa mia esperienza con Peter fosse tutto un sogno???  : – O
Mmm, dalla mole di pannolini e pappe che girano, presumo siamo nella più triviale realtà.