L’ABC di Dandy Daddy, N-Z

La settimana scorsa vi avevo presentato il piccolo abbecedario di Dandy Daddy, frutto dell’esperienza di questi mesi in compagnia di Peter. Per chi ha memoria breve, sospetto non si tratti di una mamma, ecco il link al post precedente. Per tutti gli altri ecco a voi il proseguo.

N di Nessun dorma

Da quanto tempo è che non dormo? Dalla sera alla mattina intendo. E da quanto non dormo abbracciato a mia moglie? Forse sto attendendo con maggiore urgenza quest’ultimo ritorno. Secondo i piani abbiamo ancora un paio di anni. Ogni tanto abbraccio Peter ma è semplicemente una cosa diversa. Lui per ricambiare mi scalcia fino a buttarmi quasi giù dal letto. Lo so, è amore inconscio, e arriverà il triste momento in cui mi dirà: papà, stanotte dormo fuori.

O di Ogni famiglia è un universo  

Le cose più evidenti vanno ripetute, così siamo tutti d’accordo. Ogni volta che mi hanno chiesto “Ma dov’è la mamma?” o fatto notare “Si farà male a piedi nudi!” ho pensato a questo: siamo splendidamente diversi.

P di Pannolini

E non poteve essere altrimenti, l’arte zen del pannolino è un pilastro della genitorialità. Mi ha insegnato che per imparare bisogna fare e rifare. Anche ad occhi chiusi, cioè di notte. Sporcarsi le mani, in questo caso non metaforicamente. Peccato che, proprio quando iniziavo a destreggiarmi egregiamente, siamo passati alla mutandina. Lasciatemelo dire, molta meno soddisfazione.

Q di Quota azzurra

Il primo segnale è arrivato al corso pre-parto mattutino: dodici mamme, pochi papà, impegnati al lavoro. Una volta organizzato un incontro nel weekend però, tutti presenti. Nel nostro tour primaverile dei parchi giochi di Bologna, abbiamo poi avuto la nostra ovvia conferma: pochi uomini hanno il privilegio di stare con i propri figli. Va bene dividere le mansioni all’interno della famiglia, tu lavi io cucino, io stiro tu fai la spesa. Ma penso un bambino abbia bisogno di entrambi i genitori e viceversa. Lancio quindi un appello: più quote azzurre col passeggino, nelle piscinette, ai corsi per l’infanzia.

R di Risposte

Fin dal primo giorno una tempesta di domande si è abbattuta si di noi: stiamo facendo bene? Sarà la scelta giusta? Meglio questo o quello? Molte risposte sono venute naturali, poi ha iniziato a darcele direttamente Peter, oltre chiaramente la nostra amata pediatra. Informarsi e condividere è importante, ma ogni famiglia è un universo complesso che vive di regole proprie. E questa è pura magia.

S di Sogno

“Da domani sto a casa io con Peter!”. A volte i sogni sembrano barzellette, lanciate in aria in attesa che cadano a terra risuonando. Quando poi rimangono in sospensione per un po’, li si riesce ad osservare meglio e a definire. Ed ecco che diventano plausibili, fattibili e infine pronti a trasformarsi in realtà.

T di Tuffi  

Ci è stato detto di fare dello sport e che l’acqua è un ambiente naturale per i bambini. Abbiamo preso queste indicazioni alla lettera. Tuffi tutto il giorno. Ringraziamo le istruttrici del corso di nuoto per averci insegnato tanti giochi acquatici. Con i braccioli o il salvagente (più pericoloso), di testa o a bomba, con o senza bere un litro d’acqua prima di riemergere in superficie.

U di Unione

Non c’è famiglia senza unione. Questi mesi sono stati un allenamento alla convivenza. Abbiamo sperimentato nuove posizioni nel letto, ovviamente in tre, e accettato i diktat di un bambino, felici di avere nuove regole. Siamo stati insieme per molto tempo e questo ha arrotondato i nostri caratteri e ci ha saldamente uniti.

V di Vita         

Non c’è parola più grande e completa di questa. Forse troppo per la nostra spensieratezza. Eppure anche nei giochi più semplici, nei pisolini pomeridiani, nel macello di maccheroni per terra dopo cena, ho trovato la nostra vita. E’ stato importante trascorrere questo tempo insieme per darle valore, per riempirla di ricordi. Sta a vedere che poi sono anche un po’ cambiato, più paziente e disposto a fare quello che dicono gli altri, in particolare uno, il mio piccolo zar Peter. Cosa mi aspetta dietro l’angolo, ad ottobre, quando inizierà l’asilo e io ritornerò al lavoro, è tutto da scoprire.

Z di Zero

Una prima fase si sta per concludere. Quella dove ho avuto la fortuna di stare mano nella mano con il mio piccolo Peter per otto mesi senza distrazioni o interruzioni. L’ostetrica ci raccontava che i papà hanno bisogno di nove mesi per entrare in sintonia con il figlio, lo stesso tempo che la madre lo ha coccolato in pancia. Ringrazio chi mi ha permesso di vivere questa esperienza e sono pronto per ripartire (non proprio) da zero.

L’ABC di Dandy Daddy, A-M

Era novembre, e per la prima volta io e Peter eravamo soli, dall’alba al tramonto. La mamma andava a Parigi per lavoro. Non ci capivamo ancora bene e più che comunicazione era una caccia al tesoro.
“Cosa vuoi? Di cosa hai bisogno? Boh.”
Per fortuna i desideri di Peter erano limitati e bisillabi: latte, nanna, cacca, palla. Tetta purtroppo non era fattibile.

Ora siamo cresciuti, entrambi. Ci siamo insegnati l’un l’altro e abbiamo imparato vicendevolmente. Abbiamo allenato il corpo nuotando, correndo e arrampicandoci su tutte le scale. Abbiamo allenato la mente cantando, ascoltando e provando i nostri dialoghi. Da qualche mese un dito e diventato la bacchetta magica, con la quale Peter ci fa muovere oggetti o compiere azioni.

Arrivati a questo punto, ci serve un piccolo dizionario, per ricordare il nostro percorso e fissare i punti cardinali della nostra crescita. Si parte con il primo volume, dalla A alla M.

L’abbecedario dalla A alla M

A di Ascari

Per prima cosa, ricordiamoci chi siamo. Sviluppare l’identità personale è un passo importante per capire successivamente quello che ci circonda. Ancora qualche anno e potremo discuterne assieme, filosofeggiando sul perché di mille cose. Intanto mettiamo un punto fermo: noi siamo Fransis e Peter Ascari e siamo padre e figlio.

B di Bielorussia

Ѐ la nostra seconda casa, dove trascorriamo lunghe giornate estive tra alberi di mele e dolci laghi. Dove i nonni Serghei e Svetlana ci coccolano con abbracci e merende. Ogni anno sarà il nostro ritorno alla tradizione, alla natura e alla semplicità. Nonché la vacanza studio di lingua russa per tutti e due. E la mamma fa la maestrina.   

C di Ciondolare

Ѐ stato il motto di questi mesi. Rappresenta la nostra spensieratezza nello scoprire un mondo nuovo. Guardare qua, toccare là, salire su e correre giù. Qualcuno ci ha definiti pigri. Tutt’altro, siamo sempre stati in movimento e abbiamo sfruttato ogni attimo per fare qualcosa di nuovo o di vecchio ma piacevole. Per fermarci serviva un’amaca.

D di Dandy Daddy

Questo nomignolo non mi somiglia per niente. Dandy dà l’idea di un fighetto un po’ snob. Io mi sento più gitano, indios, ultimamente campagnolo. E Peter non è da meno quando gira a petto e piedi nudi, pannolino a vita bassa e abbronzatura da bagnino. Destino vuole che quando ho iniziato a scrivere questo blog avevo una giacca in velluto, delle Clarks e un occhiale alla Dario Brunori. E qualcuno ha commentato: che papà dandy che sei!

E di Educazione

Ho iniziato con la paura di non essere un buon padre. Un classico che colpisce anche i più sicuri di sé. Poi, appena me l’hanno messo in braccio, si è spento il motore razionale ed è stato subito amore. Ci sono tante regole, consigli, teorie, ma sull’amore non si sbaglia. Volere bene a un bambino riempie ogni dubbio. I primi anni sono un contenitore di sentimenti che andremo a riempire insieme. Il nostro approccio è un’educazione dolce, dove la priorità sono i bisogni di Peter. Anche quando sta lanciando maccheroni al pomodoro sulla tovaglia più bianca. Non so se si possa già parlare di educazione.

F di Felicità

Se da un lato abbiamo il dovere ad educare un figlio, dall’altro c’è il piacere nel vivere insieme. La felicità non si descrive, un gesto sì: quando Peter dopo una giornata passata a ciondolare si sdraia al mio fianco e mi accarezza la barba, boffonchiando qualcosa di ancora lontato dalla parola “papà”, io sono felice.

G di Gioco

Vola vola, palla nel cesto, caccia al tesoro. Nel giocare brucio e riprendo energia, come un macchina che si auto alimenta. Mi piace creare attività nuove e se ci sono dei nipoti ancor meglio. Gli anni da boy scout mi hanno insegnato molto in questo campo e divertirsi mentre si partecipa è la chiave per continuare a giocare insieme per tanti altri anni.      

H di Hobbit

Non siamo piccoli, non siamo riccioli, ma giriamo spesso a piedi nudi. Viviamo su una collina di ciliegi e amiamo la natura. Siamo bonari e quasi sempre sorridenti. Ci sentiamo indifesi di fronte alle enormità cittadine come i supermercati e il traffico. Siamo sensibili ai piccoli problemi ed empatici con chi ci circonda. E se ci venite a trovare vi offriremo sicuramente una tazza di tè e dei pasticcini fatti in casa.

I di Instagram

Sono malato, lo so. Da quando mia moglie mi ha suggerito di creare un blog, gran parte delle nostre avventure si trasformano in uno scatto e solo dopo in parole. Io che non avevo neanche la Polaroid. Adesso l’immediatezza di un’immagine nel raccontare un momento magico mi rapisce. Rivedere dopo mesi Peter comodo dentro un cassetto, mi accende e rianima; oltre a farmi sentire sulla strada della vecchiaia.

L di Lingua

Amo scrivere, parlare, chiacchierare e cantare. In casa si guardano film in russo, inglese, spagnolo e italiano. Noi ce la stiamo mettendo tutta per confondergli il vocabolario e lui per ora parla solo in bambinese stretto. Una volta all’anno farà il suo momento bielorusso intensivo e forse un giorno ci presenterà la sua fidanzata cinese.

M di Masha

Senza questa lettera non ci sarebbe nessun blog. Esagero, nessun Peter. Per questo me la sono tatuata sulla schiena. Non la vedo ma so che è lì dietro, la lettera. A volte non vedo neanche Masha, quando torna a casa o parte per un viaggio di lavoro. Più indelebile di un tatuaggio, però, sento la sua presenza. Tipo spia sovietica, ma so che è amore.

Ma l’alfabeto non finisce con la M!
L’abbecedario continua dalla N alla Z

Menta e Calzino

Quinto piano di un palazzo
L’afa cuoce il suo terrazzo
Panni stesi ormai asciutti
Sono appesi quasi tutti
Due calzini innamorati
Da mollette son legati
Uno urla e cade al suolo
Venti metri di gran volo
L’altro piange mentre asciuga
La sua pelle nuda e cruda
Una menta vede tutto
E capisce il grande lutto
Prende a cuore il destino
Di quel piccolo calzino
Svela al panno un segreto
Il suo amor tornerà indietro.

Colori

Non conosce l’alfabeto, cirillico o latino. Forse non distingue l’immagine di un animale, del cielo o delle stelle. Ma per cinque minuti, equivalenti a cinquanta di un adulto, resta lí su quel libro a fissarlo. Con un dito lo sfiora, colorando con gli acquarelli della fantasia i bordi delle sua curiosità.
Per questo esistono i libri in bianco e nero.

Ritratto di famiglia

DD family

In passato, quando Guelfi e Ghibellini si affrontavano per la supremazia, soleva farsi ritrarre in trittico: padre, madre e primogenito. Tutti espressivamente apatici e magari accompagnati da ermellino vivo o impellicciato. Forse la nascita di un figlio era vissuta alla stregua di una grande battaglia, un evento da immortalare.

Ora i tempi sono cambiati: fighetti e tamarri, pensionati e stagisti, tronisti e youtuber sono le nuove gang che si affrontano. Quindi il nostro desiderio di essere fissati indelebilmente in un ritratto di famiglia può sembrare anacronistico, ma in fondo è solo un’alternativa simpatica al classico selfie.
Da adottare anche come soluzione alla paura delle foto di minori in rete, come racconta questo vecchio post.

Non abbiamo dovuto fare le belle statuine per ore, grande vantaggio della modernità. Basta inviare una foto alla persona giusta, poi ci pensa la sua mano carismatica e l’Adobe. Vero, non sarà un olio su tela, ma per noi rimane un bel ricordo, magari un giorno ci facciamo le magliette.

Ringraziando la bravissima illustratrice ed amica Silvia Bettini, che per nascondere la sua identità come Superman si fa chiamare Insalata Illustrata, inauguriamo oggi la nostra serie di Faccine Colorate.

P.S.

Mi hanno detto che si chiamano avatar. Ma a me non sembrano così blu, occhi sballati e naso da pugile. Quindi continuerò a chiamarle Faccine Colorate : – )