La tela di paglia
Il sole che griglia
Una bella balla
In formato famiglia.
Menta e Calzino
Quinto piano di un palazzo
L’afa cuoce il suo terrazzo
Panni stesi ormai asciutti
Sono appesi quasi tutti
Due calzini innamorati
Da mollette son legati
Uno urla e cade al suolo
Venti metri di gran volo
L’altro piange mentre asciuga
La sua pelle nuda e cruda
Una menta vede tutto
E capisce il grande lutto
Prende a cuore il destino
Di quel piccolo calzino
Svela al panno un segreto
Il suo amor tornerà indietro.
La bella balla neonata
Come nasce un bimbo lo so, l’ho visto, l’ho vissuto. Non dico che sarei in grado di rifarlo da solo, ma se ci impegniamo in due, i risultati dovrebbero arrivare.
Ma come nasce una balla di fieno l’ho imparato solo oggi. Certo, potevo immaginarlo, ma tutt’altra emozione è essere lí, mentre cresce per poi essere partorita da una trattoressa gigante.
La gestazione dura nove minuti, l’erba viene raccolta dentro alla sua pancia.
Il travaglio in pochi secondi, tutto ruota e si avvolge per essere ben compatto.
Poi il parto agricolo: una bella balla di fieno viene dolcemente rilasciata dal retro.
E Peter rapito, ammutolito, pietrificato da questo evento mai visto prima.
Una volta fuori, non potevamo non andare a salutarla e a darle il benvenuto su questa fertile terra.
Montemarcello, dialogo tra amici
– Ciao, come ti chiamano?
– Oliver e a te?
– Ciccio, a volte Pietro.
– A me spesso mi chiamano cane. Mi fanno una carezza e se ne vanno. A te le fanno le carezze? Quelle contropelo, sotto la gola o dietro alla orecchie. Tutte mi piacciono. Starei ore a pancia in su a farmi accarezzare da questi uomini. Però poi se ne vanno. Uno solo resta sempre con me. Mi dà da mangiare, bere e mi vuole bene. A te qualcuno vuole bene?
– Io ho due giganti che mi seguono sempre. Ormai mi sono abituato. Urlo, mi pappano. Cago, mi cambiano. Quando sono stanco, s’inventano strani modi per farmi rimbalzare.
– Povero amico. Ma ti tengono prigioniero?
– Vado dove voglio, ma alla fine siamo dove vogliono loro. Mi portano in tanti posti diversi, per tornare poi nello stesso. Forse mi vogliono confondere.
– Prigioniero o no, ti vedo bene: gambe carnose, pancia rotonda, guancia dorate. Secondo me, tu mangi. Da quando sei in giro?
– Non so, ho sentito dire dodici mesi. Tu?
– Io sarò in questa piazzetta da almeno cinquanta e non ho ancora perso la voglia di correre per strada.
– A chi lo dici, amico. Purtroppo i giganti mi fermano sempre. Però ogni tanto mi prendono su e mi fanno volare. Quello mi piace ancor di più. Tu hai mai volato?
– No Pietro, io sto bene con le zampe per terra.
– Chiamami Ciccio, ti prego.
– Bau.
De gustibus
Degustazione di gnocchi al pomodoro e orata.
Lo Chef Peter è chiamato a valutare un ristorante sul porticciolo di Lerici, Liguria. Al primo assaggio pare intenzionato a finire il piatto in poco tempo. Poi chiede un grissino per pulire il palato e continuare la degustazione. Non rilascia commenti ma ha uno sguardo soddisfatto. Per me, che sono il suo interprete, è un sì.
Alto contatto
Tante cose si possono fare insieme.
Giocare, cantare, mangiare.
Tutte ci uniscono e ci fanno crescere.
Solo una però ha il potere di avvicinarci fino alla fusione, di ascoltarci in silenzio, di chiudere gli occhi e sapere che siamo al sicuro.
Dormiamo.
L’inchino
Quando la strada è in salita,
raccogli in un sacchetto la fatica.
Il sole asciuga il tuo sudore,
pennellerá le guancie di colore.
Un ramo blocca il tuo cammino,
girargli intorno pian pianino.
Discesa pesa e fa paura,
stiamo arrivando giù in pianura.
Abbiamo girato tutta la valle,
papá Dandy e Peter sulle spalle.
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Grotta di rose
In cima alla collina di Gran Ciliegio, percorrendo valli di grappoli e spighe, vivono due esseri. È frequente vederli uno sopra l’altro, con gambe sulle spalle e braccia attorno al collo, incastrati come rami di alberi cresciuti insieme. Si affacciano sullo specchio d’acqua uscendo dalla grotta di rose bianche che li protegge. Un anno è ormai passato.
Playground
Siamo solo io e te. Anche Dandy Daddy si è allontanato. Eppure non abbiamo paura, per noi due la vita è un gioco. Ci piace avere gente intorno ed essere al centro dell’attenzione. Mi guardi all’insù e ancora non sai quanto ci divertiremo insieme. Ti guardo dall’alto al basso, seguo i tuoi piccoli movimenti e aspetto che tu sia pronto. Ma forse, ti piacerà di più tirare calci a un pallone.
Portami in giro
Messico, Belarus, Spagna, Ucraina, Lettonia e Lituania.
Giungla, Foresta, Spiaggia, Montagna, Collina e Campagna.