Buona la prima (settimana)

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Mi avvolge una sensazione.
La stessa provata durante le notti che precedono l’esame di maturità, la partenza per il fantomatico erasmus o il giorno del mio matrimonio bielorusso: sono giustificatamente sovraeccitato.
Le ore preludio di questa missione che cambierà la mia vita sono volate come i boeing Ryanair quando, per ostentare la loro puntualità, decollano con l’hostess che sta ancora simulando l’ammaraggio.

La prima settimana insieme a Peter è passata.
Ora siamo allineati ed il confronto con la mamma, regina indiscussa del rapporto genitore – figlio, non fa più paura.
La prima settimana ha il sapore di salsedine. Non perché siamo andati al mare con pioggia, neve e 4 miseri gradi Celsius — belle giornate queste — ma perché stiamo iniziando ad assaporare il nostro viaggio transatlantico, appena salpati dal porto.

Ma come è iniziato tutto?
La sospensione del lavoro, uno stile di vita più familiare e meno societario, il tempo che fluisce da un vaso all’altro, non più comunicanti tra loro.
Il labirinto di motivazioni che mi hanno portato fin qui è stato superato. Anche se di tanto in tanto è utile ricordare, leggendo questo post.
Una settimana è trascorsa, l’atrio è stato varcato, il dado è tratto e la mucca è pazza.

Cosa mi accadrà, ma soprattutto cosa accadrà a Peter da oggi sotto la mia ala protettrice, ce lo dirà il tempo e più concretamente il blog Dandy Daddy.
Ora vorrei solo soffermarmi sulle sensazioni iniziali, quanto percettibile ad un assaggio, i primi tic di una sindrome d’amore.

Sintomi del paternage

Un cambiamento così brusco nel proprio stile di vita, o forse solo nella propria routine, genera degli effetti collaterali. Piacevoli o spiacevoli, effimeri o permanenti. Eccone alcuni:

  1. È sabato tutti i giorni, non si lavora ma c’è sempre qualcosa da fare
  2. Dopo oltre 30 anni, ritorna il sonnellino pomeridiano, altroché siesta iberica
  3. Gran compilation di sogni spezzati dai risvegli notturni di Peter
  4. Disfunzioni lessicali dovute al continuo uso di dittonghi in bambinese stretto
  5. Secchezza della mani a forza di lavarle, mai provata prima
  6. Modalità aereo: non rispondo a telefonate, messaggi, email fino all’atterraggio ossia il risveglio di Peter
  7. Impennata  di post e commenti su gruppi fb di mamme, maternità, maternage
  8. Incommensurabile voglia di primavera/estate, sgambettate all’aria aperta, spritz con passeggino, tuffi & abbuffi in campagna

Nessun dubbio, nessun ripensamento, nessuna cacarella.
Anzi le patologie psicologiche improvvise mi hanno sempre affascinato molto, sperando che alcune mi accompagnino fino all’ultimo dei miei giri  : – )

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